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Territorio

La strada degli Ovili

Scarponi pronti, nello zaino acqua e cibo, macchina fotografica che si prepara a catturare i momenti più belli della giornata: è così che inizia un’avventurosa escursione per il Supramonte.

La fresca aria del mattino è anche quella più carica di profumi che dal bosco investono la Valle mentre il fuoristrada avanza deciso attraversando i vigneti della grande distesa di Oddoene.

Mentre ci troviamo a bordo dell’auto Stefano ne approfitta per raccontarci alcune curiosità sul lavoro dell’uomo che ha cambiato quei luoghi, oggi zone di coltivazione e produzione di vini e olio d’oliva.

La giornata si rivela presto stranamente calda per essere un Lunedì di Dicembre.
Il fuoristrada attraversa il piccolo ponte di Sa Barva per fermarsi poco più in la, in prossimità dell’imboccatura del sentiero che sale su per la montagna.

I primi passi di un’ escursione sono insieme i più carichi d'entusiasmo e i più faticosi, i muscoli iniziano a scaldarsi man mano che si sale ed il fiato si fa più corto. Ma dopo poco, il camminare ed i polmoni che si riempiono di puro ossigeno, diventano parte del movimento, ed è li che la montagna ti accoglie e si attiva una sinergia fra te e la natura.

Seguiamo Stefano che per tutta la prima parte del percorso ci invita ad osservare diverse pause per non affaticare troppo le gambe. Nei momenti di sosta ci racconta della vegetazione e di alcune avventure vissute da lui stesso in giro per i monti. La sua conoscenza del territorio inizia da giovanissimo, durante i turni notturni di sorveglianza al sito archeologico di Tiscali per conto della Coop. Ghivine alla metà degli anni 90.

Ripartiamo, fermandoci di tanto in tanto per bere dell’acqua e osservare alcuni meravigliosi scorci che le aperture fra le montagne regalano. Foto e video davvero non rendono giustizia al senso di bellezza che quegli angoli selvaggi regalano.

Sul finire del tratto in salita Stefano ci invita a fare silenzio. Sono luoghi abitati da diversi animali selvatici che è possibile osservare da lontano se si presta attenzione a non segnalare la propria presenza.
Le chiacchiere si spengono e rimangono solo i rumori dello scarpone sulla roccia.
Arrivati all’altopiano, ci guardiamo intorno, controllando i movimenti per limitare i suoni, nella speranza di scorgere il re di quelle montagne: il muflone sardo. In lontananza alcuni grandi cespugli si muovono agitati dall’interno, ma non riuscendo ad identificarne la causa decidiamo di proseguire e di non disturbare oltre con la nostra presenza.

La zona che successivamente ci ritroviamo ad attraversare si caratterizza per straordinarie formazioni rocciose dovute a fenomeni di carsismo epigeo.
Grazie alle indicazioni della nostra guida riusciamo anche a notare alcune impronte di animali sul terreno umido.

Proprio quando il passo sostenuto diventa naturale scorgiamo la nostra prima meta, la prima tappa del nostro viaggio.

L’ovile Sos Mojos, uno dei più conosciuti della zona si staglia su uno sfondo di grigia roccia calcarea e verde macchia mediterranea. Ci ospita per una pausa più lunga durante la quale ci concediamo qualche dolcetto, della frutta e un buon caffè.  Quattro chiacchiere e diversi momenti di contemplazione dello splendido panorama circostante e siamo pronti a ripartire.

Ci lasciamo l’ovile alle spalle proseguendo in salita e stavolta la ripartenza si fa meno faticosa, i piedi sono guidati dallo sguardo e dalla leggerezza dei pensieri.

La nostra seconda tappa si nasconde in mezzo alla vegetazione. L’ovile Sas Traes, uno spazio intimo, riparato che ti invita ad immergerti nel suo boschetto retrostante.

Dopo aver scattato mille e una fotografie raccogliamo qualche rametto spezzato dal terreno per preparare un fuocherello nel caratteristico braciere interno e scaldare la nostra pausa pranzo.

Consumiamo un pranzo leggero e  scambiamo qualche aneddoto riguardo passate escursioni, ma troviamo anche un momento per ricontrollare il tracciatore GPS, appuntare le altimetrie e i tempi di percorrenza. Tutti dati fondamentali alla stesura della scheda tecnica dell’ Escursione, che poi sarà riproposta agli ospiti dell’Albergo.

Ci attende la strada di rientro con il percorso più tecnico da affrontare: una ripida discesa che ci ricollega al bosco di Surtana e da li si attraversa il bosco per rientrare al parcheggio dove ci attende il fuoristrada.

Sulla via del rientro, stanchi ma rigenerati siamo già con la mente alla prossima Escursione e programmiamo una nuova avventura che ci riempirà di ricordi, profumi e sensazioni.

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